lunedì 30 novembre 2009

Odio il lunedì

Non è che io odi il lunedì a prescindere.
Non lo odio in quanto lunedì.
Non odio il lunedì per il solo fatto che sia il primo giorno della settimana, che segni l'inizio dell'attività lavorativa (anche se questa è sicuramente un'aggravante a suo carico).
Non lo odio perché, solitamente, è un catalizzatore di sfighe che segneranno i giorni a venire.

Ma se sto pedalando - sotto la pioggerellina - e mi si smonta il blocco pedali - e rischio la castrazione sulla canna
e se mi tocca spingere la bicicletta - per qualche chilometro - sotto la pioggerellina - fino al meccanico
e se scopro che il meccanico - mortacci sua - il lunedì apre dalle 16 "circa"

beh, caro lunedì, avrò i miei motivi perché tu mi stia un po' sul cazzo

venerdì 27 novembre 2009

lunedì 23 novembre 2009

Consapevolezza

Indizio numero 1:
Un mese fa, ho assistito a questo dialogo tra i Nani e Bull Terrier (piccola e impestata ex moglie):

Nano: Mamma, lo sai che papà va a vivere per conto suo?
Nana: Con Mamo...
Bull Terrier: Sarebbe meglio se andasse a vivere con una donna.

Ora, non so voi, ma a me pare ci sia qualcosa di profondamente sbagliato, in tutto ciò. Qualcosa di... immorale, ecco!
Voglio dire, Bull Terrier dovrebbe essere ancora disperata dalla nostra separazione, dovrebbe struggersi al pensiero di ciò che sarebbe potuto essere e invece non è stato (per colpa sua, c'è bisogno di dirlo?), dovrebbe passare le notti insonni osservando la parte del letto vuota (vuota... oddio, c'è quell'energumeno del suo nuovo compagno nel letto che IO ho pagato, cazzo!), dovrebbe constatare con amarezza che anche la tattica di avere un altro uomo per tornare da lei non sta funzionando.
Cioè, è così che dovrebbe andare, no?
Invece no.
"Sarebbe meglio se andasse a vivere con una donna."

Indizio numero 2:
Nana: Papà, quand'è che metti su una morosa anche tu?
Io: Perché?
Nano: Perché non ti si regge più.

Sagge parole di un esperto tredicenne che sta facendo della masturbazione la sua unica ragione di vita.

Indizio numero 3:
Mercoledì sono rientrato, ho aperto la porta di casa e sovrappensiero mi è scappato un: "Amore, sono a casa!"
Dall'appartamento del quasi-co-inquilino è giunta una voce roca: "S'et dèt?" (trad. Cos'hai detto?)
Ho chiuso la porta che separa i due appartamenti e mi sono ritirato a meditare.
Eppure manca qualcosa, mi dicevo, ma non riuscivo a capire cosa. In questa casa manca qualcosa.


Ieri sera, d'improvviso, la risposta mi ha folgorato: In questa casa manca una presenza femminile! Forse il fatto che stessi stirando guardando con interesse i siti di tre agenzie di escort, possono aver contribuito a farmi raggiungere la consapevolezza.
Ho appoggiato il ferro da stiro, ho buttato via (a malincuore) i numeri di telefono presi dalle agenzie, mi sono guardato allo specchio e ho capito che, sì, è ora di andare avanti, di conoscere gente, di non tenere a distanza (in senso figurato) le donne e quindi...
sì, ecco...
Devo assolutamente fissare un appuntamento con Eliana Monti.

E poi dicono che non ci sono più le mezze stagioni...

... sarà, ma io mi sento in perenne primavera!

lunedì 16 novembre 2009

I want to ride my bicycle / I want to ride my bike

Così cantava Freddie Mercury (e non voglio sapere che significato nascosto avesse la bicicletta, ma ho il sacro terrore che possa avere qualcosa affinità col gelato al cioccolato di Malgioglio).
Comunque...

Con il trasloco in città e la vicinanza all'ufficio, ho messo moto ed auto in pensione e mi sono riappropriato del mio primo mezzo di locomozione: la bicicletta.
Stamattina, quindi, per la prima volta da parecchi anni, cioè da quando, a 14 anni, ho comprato il mio primo mezzo di trasporto mosso da motore a combustione interna, sono salito sulla bicicletta e sono partito verso il luogo di lavoro.
Nel tragitto casa-lavoro ho quindi scoperto alcune cose:
  1. non si disimpara mai ad andare in bicicletta. Ma nei primi tre minuti ho rischiato più volte di cadere: a) appena uscito dal garage, inchiodando su un tappeto di foglie fradice; b) alzandomi sui pedali per non prendere il semaforo rosso, quando il piede mi è scivolato dal pedale; c) quando l'auto davanti a me ha frenato e la bicicletta ha continuato imperterrita la sua corsa verso il suo paraurti; d) quando ho centrato una buca che, fino al giorno prima, non ritenevo degna di considerazione;
  2. grazie ai semafori, facendo la strada a piedi ci metto 10 minuti, in bicicletta ce ne metto 8;
  3. in compenso, arrivo in ufficio sudato come un muflone e
  4. devo assolutamente ritrovare il mio berretto Conte of Florence, perché in bicicletta mi prende freddo la capoccia.
Poi, sono andato oltre.
La bibicletta l'ho usata per andare a mangiare dalla nonuagenaria nonna, a circa tre chilometri. E qui ho scoperto altre cose curiose sulla bicicletta:
  1. in un tragitto superiore al chilometro, per una curiosa quanto strampalata applicazione della fenomenologia dei piani inclinati, le strade sono sempre in salita;
  2. altrettanto curiosamente, anche il tragitto di ritorno sarà tutto in salita;
  3. vi accorgerete dell'esistenza della pista ciclabile, in grado di farvi evitare quella rotonda su cui avete rischiato la vita almeno una mezza dozzina di volte nell'arco di due minuti, solamente DOPO aver fatto lo slalom tra auto, furgoni e autobus;
  4. e solo dopo vi accorgerete che quella ciclabile vi avrebbe anche fatto risparmiare 300 metri di strada, pari a 90 pedalate;
  5. crederete ciecamente che ricominciare con la bicicletta sia esattamente come quando avete cominciato con lo jogging: già dalla seconda settimana, vedrete dei notevoli progressi; ma rifletterete anche sul fatto che, quando avete cominciato con il podismo, vi siete arresi prima della seconda settimana;
  6. vedrete con la coda dell'occhio una signora in bicicletta che si prepara a superarvi; punzecchiati nell'orgoglio, aumenterete la cadenza delle pedalate, ma la signora vi sarà sempre incollata alla ruota; sbuffando come un mantice, accelererete, ma la signora si preparerà comunque al sorpasso; e quando sentirete il cuore lacerarsi nel petto e il sangue rombarvi nelle orecchie, solo allora vi accorgerete che la stronza ha una bicicletta elettrica;
  7. ancora provati dall'esperienza imbarazzante, non accetterete di andare più lento di una ragazza. Quindi la sorpasserete. E starete davanti a lei. Per 100 metri. Per 200 metri. Per 300 metri. E quando non ce la farete più, frenerete, scenderete dalla bici facendo finta di essere arrivati a destinazione, armeggiando anche con un cancello che non è il vostro, per poi ripartire quando la ragazza sarà scomparsa dalla vista;
  8. giungerete quindi a destinazione, scenderete dalla bicicletta e farete le scale, con le gambe rigide, i muscoli contratti, ogni scalino sarà un'agonia, vi tirerete su aiutandovi con lo scorrimano, rimpiangerete il Dr. House che almeno lui può aiutarsi col bastone, cazzo!, e infine
  9. vi ricorderete dell'ultima volta in cui avete utilizzato la bicicletta, dodici anni prima, vostro figlio era piccolo e lo avete portato a spasso sulla bicicletta della moglie, quella con il seggiolino da donna, quel bel seggiolino fatto apposta per il culone delle donne emiliane, largo e comodo. E invece voi avete una bellissima bicicletta da uomo, col seggiolino quasi da corsa. E quando scenderete dalla bicicletta, vi sentirete un po' come Marrazzo dopo una serata passata con la sua amica Natalie.

sabato 14 novembre 2009

Il test dell'sms e del gelato

Qualche giorno fa ho letto un simpatico post in un blog ed i relativi commenti.
Poiché l'argomento aveva stuzzicato il mio interesse, ho deciso di realizzare un esperimento, utilizzando cavie umane per il mio studio.
L'esperimento consisteva nello svolgimento di una semplice azione: un soggetto A deve invitare un soggetto B a prendere un gelato.
Quelli che seguono sono gli esiti della sperimentazione:

TEST n. 1
Soggetto: Donna
Fattore di disturbo: Amica
Svolgimento: Donna deve invitare Uomo a prendere un gelato. Uomo accetterà.

Donna: Mi piacerebbe uscire con Uomo.
Amica: Dovrebbe essere lui ad invitarti!
Donna: Oddio! Secondo te perché non lo fa? Non gli piaccio?
Amica: Ma no, è impossibile che tu non gli piaccia!
Donna: Dici?
Amica: Sicuro! Forse è solo timido
Donna: Già, in effetti è così sensibile...
Amica: E carino
Donna: E dolce
Amica: Perché non glielo chiedi tu?
Donna: Oddio, dici che dovrei?
Amica: Sì, certo, perché no?
Donna: Mah, non so... non è che mi potrebbe credere una... insomma, una... hai capito?
Amica: Ma no, secondo me la cosa potrebbe anche lusingarlo.
Donna: Ne sei sicura?
Amica: Sì, vai, invitalo.
Donna: Oddio, e che gli scrivo?
Amica: Scrivigli: "Uomo, mi piaci tanto, mi piacerebbe uscire con te e"
Donna: MA SEI SCEMA?!?!
Amica: Stavo scherzando.
Donna: ok, ok, ci penso io.

Donna prende il cellulare, inizia a comporre il messaggio:

Donna: "Ciao Uomo, sono Donna. Avresti piacere di prendere un gelato insieme a me?"
Amica: mmm
Donna: Cosa?
Amica: Non va bene. La domanda presuppone la possibilità che Uomo possa non aver piacere nel prendere un gelato insieme a te.
Donna: Oddio! Dici che potrebbe non averne voglia?
Amica: Non ho detto ques
Donna: Potrei non piacergli?!?!
Amica: No, ho detto solo che hai posto la domanda nel modo sbagliato.
Donna: E cosa dovrei fare? Aiutami, sei la mia migliore amica!!!

Amica prende il cellulare di Donna ed inizia a comporre il messaggio:

Amica: "Ciao Uomo, sono Donna. Accetterei volentieri un tuo invito a prendere il gelato"
Donna: mmm
Amica: Che c'è?
Donna: Non è un po' troppo aggressivo?
Amica: In effetti...
Donna: E se lui pensasse...
Amica: Cosa?
Donna: Cioè, se lui pensasse che io mando questi sms a tutti, per farmi offrire il gelato? Non potrebbe pensare che io possa essere... ecco, insomma, hai capito, no?
Amica: Hai ragione, cancella
Donna: Uff, ma perché deve essere così difficile invitare fuori qualcuno?
Amica: Senti, ma perché non gli dici che ti piace?
Donna: Ma sei scema?!?! non lo deve sapere!
Amica: Dai, torniamo al messaggio.
Donna: Eh, meglio, dai
Amica: Tu vuoi che andiate a prendere un gelato insieme, giusto?
Donna: Sì, dovrebbe capire che la cosa mi farebbe piacere, ma non credere che io stia smaniando dalla voglia di uscire con lui. Cioè, deve sapere che mi è simpatico, magari intuire che potrebbe essere qualcosa più di un amico, ma non capire che mi piace da impazzire!
Amica: Certo, hai perfettamente ragione. Ma non è mica semplice, eh...
Donna: Uff, ma perché deve essere così difficile? Perché non si può dire semplicemente: "Ciao Uomo, sono Donna, stasera ti andrebbe di prendere un gelato?"
Amica: Ehi, torna a dire?
Donna: Cosa?
Amica: Quello che hai appena detto
Donna: Dovrebbe capire che la cosa mi farebbe piacere, ma non
Amica: No, non quello! Dopo!
Donna: "Ciao Uomo, sono Donna, stasera ti andrebbe di prendere un gelato?"
Amica: Insieme.
Donna: Cosa?
Amica: "Ciao Uomo, sono Donna, stasera ti andrebbe di prendere un gelato INSIEME?"
Donna: Giusto.
Amica: Già.
Donna: E dici che potrebbe funzionare?
Amica: Certo.
Donna: Non è che mi potrebbe scambiare per una... hai capito, no?
Amica: No, tranquilla

Donna scrive l'sms sul cellulare

Donna: Oddio, e se dice di no?
Amica: Non essere sciocca, non può resisterti!
Donna: Ne sei certa? No, perché se dovesse rifiutare, io
Amica: Non rifiuterà, fidati.
Donna: Ne sei sicura? Sicura sicura?
Amica: Vuoi inviare quel messaggio?
Donna: Aspetta, fammelo rileggere!
Amica: Se non lo mandi tu, lo mando io!
Donna: Ok, ok

Donna invia l'sms

Donna: Oddio, l'ho mandato!
Amica: Bene
Donna: No, che ho fatto? Avrei dovuto scrivere che
Amica: Va tutto bene!
Donna: Ma forse avrei dovuto dirgli che
Amica: Va tutto bene! Ormai è fatta!
Donna: Oddio, sono così agitata!
Amica: Tranquilla, andrà tutto bene.
Donna: ...
Amica: ...
Donna: Perché non risponde?
Amica: Da quanto l'hai mandato?
Donna: Quasi un minuto.
Amica: Forse non l'ha ancora letto.
Donna: ...
Amica: ...
Donna: E se stesse cercando di scaricarmi?

(tre ore dopo)

Donna: Ecco, lo sapevo, non gli piaccio!
Amica: Ma no, dai, forse non ha ancora visto il messaggio!
Donna: Ne sei sicura? Forse sta cercando le parole giuste per dirmi che non vuole uscire con me! Sai, è così sensibile, magari non vuole ferirmi...
Amica: Ma lui VUOLE uscire con te!
Donna: Come fai a dirlo?
Amica: Si vede! Da come ti guarda quando ti incontra, da come ti saluta...
Donna: Ma se mi dice solo ciao!
Amica: Sì, ma non hai visto come abbassa lo sguardo quando ti dice ciao? E il tono della voce?
Donna: Ah, l'hai notato anche te? Avevo avuto la stessa impressione, ma avevo paura di illudermi!
Amica: Sì, sì, si vede bene!
Donna: Oddio, mi sembra di sognare!

Trilla il cellulare. A Donna arriva il messaggio.

Donna: È LUI! È LUI!
Amica: Sì, sarà lui!!!
Donna: Oddio! Oddio!
Amica: Leggilo, dai!
Donna: No, non ce la faccio, leggilo tu!
Amica: Ok, c'è scritto... "Va bene, in gelateria alle 18"
Donna: VA BENE!
Amica: Va bene!
Donna: ODDIO!
Amica: Te l'avevo detto!
Donna: Alle 18!
Amica: Già!
Donna: Secondo te che voleva dire?
Amica: Per me è cotto.
Donna: Dici? Non ti sembra un po' freddo come messaggio?
Amica: Ma no, che dici? Lo sai anche tu che è timido!
Donna: Già, lo pensavo anche io.
Amica: Già.
Donna: Oddio, che emozione!
Amica: Sono contentissima.
Donna: E ora che mi metto?
Amica: Andiamo a comprare qualcosa!
Donna: E dalla parrucchiera!
Amica: E dall'estetista?
Donna: Corriamo!



TEST n. 2

Soggetto: Uomo
Fattore di disturbo: Amico
Svolgimento: Uomo deve invitare Donna a prendere un gelato. Donna accetterà.

Amico: Oh.
Uomo: Ehi.
Amico: Allora?
Uomo: Tutto ok.
Amico: Stasera sei in giro?
Uomo: Sì, aperitivo? Ah cazzo, no, dimenticavo... ho chiesto a Donna di andare a prendere un gelato.
Amico: Che ti ha detto?

Uomo porge il telefono ad Amico. Amico legge il messaggio.

Amico: "Va bene, in gelateria alle 18"
Uomo: Già.
Amico: mmm
Uomo: Cosa?
Amico: Te la dà.
Uomo: Dici?
Amico: Certo.
Uomo: Bene.
Amico: Lavatelo.



CONCLUSIONE
Da qualche parte doveva pure esserci l'esito di questo test comparato, ma è andato perduto tra il vino ed il Lagavulin di ieri notte.

lunedì 9 novembre 2009

Lettera al mio tecnico Fastweb

Caro tecnico Fastweb,
spero il tuo ciclo di chemioterapia si sia concluso e che tu adesso stia meglio.
Perché, sinceramente, non riesco a trovare nessuna diversa spiegazione del perché tu, dal 23 di ottobre, non solo non abbia trovato il tempo di venire ad installarmi la linea a casa, ma nemmeno per telefonarmi per fissare l'appuntamento.
Quindi, davvero, spero che dopo il ciclo di chemio stia meglio.
E che la macchia scura che il medico ha trovato nelle tue ultime radiografie non sia nulla di pericoloso.
Così come le malattie sessualmente trasmissibili, ai cui esami sei risultato positivo nonostante tu non abbia più scopato dal 1997, spero si risolvano in modo positivo.
Il tutto se arriverai a casa mia entro la fine della settimana.
Altrimenti, ecco, spero che tu muoia velocemente e che la mia pratica venga presa in carico da un altro tecnico.
Modena, 09/11/09
Baroz

venerdì 6 novembre 2009

Home Sweet Home, pt. 5 - Back Home

Lunedì sera ho telefonato a Madre. Così, tanto per educazione.

Io: Ciao Madre, sono io.
Madre: Ah, allora sei ancora vivo!
Io: Sì, beh, è solo lunedì, ci siamo visti venerdì e...
Madre: Ce l'hai installato Skype?
Io:
Non ho ancora la connessione, Madre, gli stronzi di Fastweb non si sono ancora fatti vedere e
Madre: Se installi Skype possiamo anche videotelefonarci!
Io: Sì, lo so, te l'ho installato io, ma non ho la connessione e senza non pos-
Madre: Quando installi Skype, così possiamo parlare con calma?

Ora, negli ultimi anni in casa, i nostri dialoghi oscillavano da un minimo di 12 secondi ("mi passi il sale, per piacere?") ad un massimo di due minuti e mezzo. Arrotondando. Per eccesso.
Il motivo per cui, adesso, si debba parlare con calma, mi risulta oscuro. Ma vabbè, le ho dato corda.

Madre: Quando vieni a cena qua?
Io: Mah, stavo pensando a giovedì...
Madre: GIOVEDI?!?! Così tardi???
Io: Madre, adesso è lunedì sera, domani sono a fare la spesa, mercoledì vado dai Nani... vengo giovedì.
Madre: Se proprio non ce la fai a venire prima...
Io: No Madre, non riesco, ci vediamo giovedì.
Madre: Va bene, a giovedì.
Io: Notte.
Madre: Installa Skype!!!

E così, questa sera sono andato a trovare i miei genitori e scroccare una cena.
Per prima cosa, per chiarire subito come stanno le cose, ho parcheggiato la macchina fuori, in strada.
Mi avvicino al cancello e
clack
qualcuno lo apre da sopra.
Mi avvicino alla porta e
tlack
anche la porta viene aperta. Non era mai capitato.
Ed ecco Madre, in cima alle scale, che mi aspetta, sorridente.

Madre: Allora, torni a vivere qui?
Io:
No, Madre.
Madre: Sicuro?
Io: Sì, Madre.
Madre: Stronzo.

Abbiamo cenato (passatelli in brodo e involtini), i miei sono riusciti a litigare per le solite stronzate ricordandomi del perché sono così felice per conto mio, poi mia madre ha iniziato a fare la lista delle cose che deve comprare per la mia casa.

Madre: Contenitore per i vestiti sporchi.
Io: Cesto per  abiti.
Madre: Cosa?
Io: Si chiama "Cesto per abiti", non "Contenitore per i vestiti sporchi".
Madre: Eh, non mi veniva in mente.
Io: Fa niente... andiamo avanti.
Madre: Ascia da stiro.
Io: Asse.
Madre: Cosa?
Io: Si chiama Asse da stiro. Non Ascia da stiro.
Madre: Lo so, ma non mi veniva in mente.
Io: Madre...
Madre: Cosa?
Io: Calmati. Va tutto bene.
Madre: Torni a vivere qui?
Io: No.
Madre: Allora non va bene niente.

Ed ora eccomi qua, in sala, con una Corona in mano, i piedi sulla sedia, a scrivere questo post e pensare che, sì, anche se ho dovuto stendere la biancheria, la vita da single è proprio bella.



P.S. testo dell'sms: "Ho preparato un arrosto all'aceto balsamico e patate al forno. Ti va bene per cena domani?"
Eh sì, avere un quasi-co-inquilino che ha fatto la scuola alberghiera ha i suoi lati positivi.