martedì 30 giugno 2009

Ferie.

Ok, lo ammetto: scrivo da Vieste e il testo di questo post voleva essere semplicemente:

AHAHAHAHAHAHAH

Ma queste non sono ferie: questo è l'inferno sceso in terra (o salito in terra, a seconda di dove posizioniate l'inferno nel vostro immaginario).
E siamo solo al quarto giorno...

(il resoconto quando mi gireranno meno i maroni)

venerdì 19 giugno 2009

Imprinting

L'imprinting è un tipo di apprendimento molto particolare che avviene in alcuni animali nei primi istanti di vita. I piccoli appena nati riconoscono come madre il primo essere animato che si para davanti ai loro occhi appena usciti dall'uovo.
(fonte: wikipedia)

30 maggio di parecchi anni fa.
Quella sera, per la prima volta, aprii gli occhi sul mondo.
La prima cosa che mi si parò davanti agli occhi furono un'elegantissima maglia bianco-nera ed i marmorei polpacci di Bettega.
E quando uno nasce in questo modo, il suo destino è segnato.

1973

Madre ha la brillantissima idea di telefonare all'ostetrica alle 19 di sera (erano anni in cui le ostetriche visitavano a casa, c'erano ancora le mezze stagioni e si saltavano i fossi per la lunga. E comunque si stava meglio, anche se si stava peggio). "Ho sentito una strana sensazione", le dice. Dopo poco l'ostetrica arriva, dà un'occhiata e dice a Madre di correre in clinica, se non voleva perdere il bambino (io) mentre camminava.
Quindi Madre arriva in clinica ostetrica (erano anni in cui si partoriva ancora in casa o in cliniche ostetriche, oltre alle mezze stagioni, i fossi per la lunga e che si stava meglio eccetera eccetera) e il dottore, noto tifoso juventino, l'accoglie con una bestemmia.

Dottore: "Signora! Non poteva aspettare un paio d'ore? Deve partorire proprio adesso che sta iniziando la partita?"

Madre non può aspettare, dice l'ostetrica, è già dilatata di non so quanti centimetri e tra una bestemmia e l'altra, il dottore fa spostare la televisione in sala parto.
Inizia il parto, Madre non si accorge quasi di niente (nell'arco di 11 mesi ha sfornato due figli in modo completamente indolore, ci siamo impegnati crescendo perché recuperasse con gli interessi il dolore che non le abbiamo procurato durante il parto) finché, ad un certo punto, spunta la mia testa.
Il dottore butta un'occhiata alla televisione e una tra le gambe di Madre, uno sguardo alla partita e uno alla mia testa che fa capolino, finché dice a mia madre di spingere e...

PLOP

eccomi. Mi guardo intorno, con espressione un po' curiosa e un po' perplessa, ma non apro bocca. Non piango. Non emetto un fiato. Niente.
Il dottore mi guarda attentamente, sgrana gli occhi, apre la bocca e...

Dottore: NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!
Madre: Dottore! Cos'è successo?
Dottore: OOOOMMMIOODDDIOOOOOOO NOOOOOOO!!!!
Madre: Dottore! Presto! Mi dica!!!
Dottore: Ha segnato l'Ajax!!!

E, in quel momento, spalanco la mia boccuccia e strillo con quanto fiato ho nei piccoli polmoncini.

Per la cronaca, quella sera la Juventus perdette la sua ennesima finale di Coppa Campioni.

Ecco, a questo punto potrei stare a tediarvi, raccontando di quando vincemmo la prima Coppa Campioni e di quanto piansi dalla gioia, nonostante la tragedia dell'Heysel (che comunque non compresi, quella sera).
O di quando la rivincemmo, ai rigori, 11 anni dopo (con mia moglie incinta costretta a rimanere chiusa in bagno, per scaramanzia), anche se si chiamava già Champions League.
Potrei raccontarvi di cosa vuol dire aspettare quel momento, quella coppa, per tutta una vita, da quando la vidi perdere appena nato.
Potrei provare ad esprimere cosa vuol dire la tensione prima della partita, lo stato di trance durante la partita, il sollievo e l'estati dopo la vittoria.
Potrei provare a raccontarvi cosa vuol dire guardare l'orologio ogni 12 secondi e accorgersi che il tempo scorre troppo lentamente quando la squadra avversaria è in attacco e di come letteralmente voli quando devi recuperare uno svantaggio.
Potrei dirvi che, quando la vostra squadra segna, tutto il resto non ha importanza. La moglie incinta che sta per partorire, un parente prossimo alla morte, Julia Roberts che ti telefona per dirti che vuole essere scopata brutalmente, Mike Bongiorno che ti telefona per dirti che hai appena vinto cinquecento milioni allegria!, un meteorite che sta per colpire la casa. Tutto questo passa in secondo piano.

E potrei anche dirvi che, quelle sere, sono state i due giorni più belli dela mia vita.
Ma mentirei. Perché la nascita dei miei figli non è stata certo da meno.

E poi ho visto vincere due mondiali! Ma questa è un'altra storia...

DISCLAIMER: questo post è un canto d'amore per il calcio. Il 99% delle donne non potrà capirlo: non è colpa vostra, è che siete cromosomicamente impossibilitate a capire cosa significhi l'importanza di questo sport.