lunedì 16 novembre 2009

I want to ride my bicycle / I want to ride my bike

Così cantava Freddie Mercury (e non voglio sapere che significato nascosto avesse la bicicletta, ma ho il sacro terrore che possa avere qualcosa affinità col gelato al cioccolato di Malgioglio).
Comunque...

Con il trasloco in città e la vicinanza all'ufficio, ho messo moto ed auto in pensione e mi sono riappropriato del mio primo mezzo di locomozione: la bicicletta.
Stamattina, quindi, per la prima volta da parecchi anni, cioè da quando, a 14 anni, ho comprato il mio primo mezzo di trasporto mosso da motore a combustione interna, sono salito sulla bicicletta e sono partito verso il luogo di lavoro.
Nel tragitto casa-lavoro ho quindi scoperto alcune cose:
  1. non si disimpara mai ad andare in bicicletta. Ma nei primi tre minuti ho rischiato più volte di cadere: a) appena uscito dal garage, inchiodando su un tappeto di foglie fradice; b) alzandomi sui pedali per non prendere il semaforo rosso, quando il piede mi è scivolato dal pedale; c) quando l'auto davanti a me ha frenato e la bicicletta ha continuato imperterrita la sua corsa verso il suo paraurti; d) quando ho centrato una buca che, fino al giorno prima, non ritenevo degna di considerazione;
  2. grazie ai semafori, facendo la strada a piedi ci metto 10 minuti, in bicicletta ce ne metto 8;
  3. in compenso, arrivo in ufficio sudato come un muflone e
  4. devo assolutamente ritrovare il mio berretto Conte of Florence, perché in bicicletta mi prende freddo la capoccia.
Poi, sono andato oltre.
La bibicletta l'ho usata per andare a mangiare dalla nonuagenaria nonna, a circa tre chilometri. E qui ho scoperto altre cose curiose sulla bicicletta:
  1. in un tragitto superiore al chilometro, per una curiosa quanto strampalata applicazione della fenomenologia dei piani inclinati, le strade sono sempre in salita;
  2. altrettanto curiosamente, anche il tragitto di ritorno sarà tutto in salita;
  3. vi accorgerete dell'esistenza della pista ciclabile, in grado di farvi evitare quella rotonda su cui avete rischiato la vita almeno una mezza dozzina di volte nell'arco di due minuti, solamente DOPO aver fatto lo slalom tra auto, furgoni e autobus;
  4. e solo dopo vi accorgerete che quella ciclabile vi avrebbe anche fatto risparmiare 300 metri di strada, pari a 90 pedalate;
  5. crederete ciecamente che ricominciare con la bicicletta sia esattamente come quando avete cominciato con lo jogging: già dalla seconda settimana, vedrete dei notevoli progressi; ma rifletterete anche sul fatto che, quando avete cominciato con il podismo, vi siete arresi prima della seconda settimana;
  6. vedrete con la coda dell'occhio una signora in bicicletta che si prepara a superarvi; punzecchiati nell'orgoglio, aumenterete la cadenza delle pedalate, ma la signora vi sarà sempre incollata alla ruota; sbuffando come un mantice, accelererete, ma la signora si preparerà comunque al sorpasso; e quando sentirete il cuore lacerarsi nel petto e il sangue rombarvi nelle orecchie, solo allora vi accorgerete che la stronza ha una bicicletta elettrica;
  7. ancora provati dall'esperienza imbarazzante, non accetterete di andare più lento di una ragazza. Quindi la sorpasserete. E starete davanti a lei. Per 100 metri. Per 200 metri. Per 300 metri. E quando non ce la farete più, frenerete, scenderete dalla bici facendo finta di essere arrivati a destinazione, armeggiando anche con un cancello che non è il vostro, per poi ripartire quando la ragazza sarà scomparsa dalla vista;
  8. giungerete quindi a destinazione, scenderete dalla bicicletta e farete le scale, con le gambe rigide, i muscoli contratti, ogni scalino sarà un'agonia, vi tirerete su aiutandovi con lo scorrimano, rimpiangerete il Dr. House che almeno lui può aiutarsi col bastone, cazzo!, e infine
  9. vi ricorderete dell'ultima volta in cui avete utilizzato la bicicletta, dodici anni prima, vostro figlio era piccolo e lo avete portato a spasso sulla bicicletta della moglie, quella con il seggiolino da donna, quel bel seggiolino fatto apposta per il culone delle donne emiliane, largo e comodo. E invece voi avete una bellissima bicicletta da uomo, col seggiolino quasi da corsa. E quando scenderete dalla bicicletta, vi sentirete un po' come Marrazzo dopo una serata passata con la sua amica Natalie.

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