venerdì 21 maggio 2010

Caro amico,
ci ho provato seriamente, ma proprio non ci riesco.
Dico davvero.
Ci ho messo tutto l'impegno di questo mondo.
Mi sono detto: "Dai, è pur sempre una squadra italiana e tu hai sempre tifato per le squadre italiane - cavoli, tifavi anche per il Bologna, quando giocava in Europa!". Me lo sono detto, me lo sono ripetuto.
Niente, è più forte di me.
Ho pure letto i dieci motivi, ma non c'è stato nulla da fare.
Sabato sera indosserò un paio di bermuda orribili sorretti da orrende bretelle rosse, sandali col calzino bianco, accenderò la tivù con un boccale di birra bavarese in una mano e il Mein Kampf nell'altra e, cantando a squarciagola Das Lied der Deutschen e Lili Marleen, tiferò strenuamente per la vittoria del Fußball-Club Bayern München.

Il motivo è uno solo: tu.
Tu, interista, sei antipatico.
No, non l'interista medio: QUALSIASI interista.

Attenzione: non parlo di persone. Ho un sacco di amici interisti.
(Oddio, in realtà, buona parte di questi amici non sapevo nemmeno fossero interisti, prima del 2006. Gli interisti sono comparsi dal nulla. Come i brufoli sul culo dopo un'indigestione di salame. Come i funghi sotto i piedi dopo una doccia alla piscina comunale. Come la sifilide dopo una vacanza a Rio de Janeiro. Sono comparsi dal nulla e ora sono dappertutto.)
Dicevo: non sto parlando di persone. Ho un sacco di amici con la tua stessa fede calcistica, caro interista, persone più che piacevoli nel 99% dei casi... finché non si parla di calcio.
Quando si parla di calcio, vi trasformate in qualcosa di odioso: nell'interista, appunto.
Odioso non solo per gli juventini, ma per tutte le tifoserie d'Italia.

Tu, caro interista, ti rincuori dicendoti che sei antipatico perché chi vince tutto (tutto meno - mi auguro - una cosa) è sempre antipatico.
No, caro amico interista: eri antipatico pure prima, quando perdevi tutto quello che si poteva perdere.
E anche ora che vinci tutto quello che si può vincere (tutto meno - mi auguro - una cosa), rimani sempre un perdente inside.
Sei antipatico perché non sapevi perdere (piangina) e non sai nemmeno vincere (piangina again).
Perché hai sempre bisogno di dimostrare qualcosa, di essere il più puro, il più onesto, il più candido e se arriva qualcosa a mettere in dubbio la tua estraneità dal mondo corrotto del calcio, beh, se vi è prescrizione non potete essere condannati, quindi siete onesti e puri e candidi.
Perché senti l'irrefrenabile necessità di trovare scuse anche quando rubi i campionati (e non mi riferisco a questo appena concluso, ma a quello scippato due anni fa alla Roma, con una marea di decisioni scandalose a favore) mentre potresti semplicemente 1) fregartene, tanto hai vinto e 2) se proprio vuoi riuscire un po' più simpatico, magari ammettere: "sì, abbiamo avuto culo, l'arbitro si è sbagliato e a noi è andata bene".
Perché hai il presidente che ti meriti che incarna perfettamente lo stile Inter e lo osanni; hai l'allenatore che ti prende per il culo ("vado al Real") e lo osanni; hai un giocatore che ti prende per il culo e lo osanni; hai un pagliaccio in squadra (c'è solo l'imbarazzo della scelta) e lo osanni; hai una tifoseria ridicola e la osanni.
Perché sei convinto di non aver vinto niente per vent'anni perché c'era una cospirazione planetaria ai tuoi danni, quando il tuo presidente spendeva centinaia di milioni di euro per regalarti campioni del calibro di Macellari, Centofanti, Gresko, Helveg, Sorondo, Angloma, Van der Meyde, Kily Gonzales, Lamouchi, Vampeta, Dalmat, Gilberto, Guglielminpietro, Kanu, Kallon, Hakan Sukur, Umit Davala, Pancev...

Quindi, caro interista, per questo ed altri mille motivi, sabato sera spererò con tutto il cuore che tutto vada secondo l'ordine naturale delle cose e che tu non vinca quella benedetta coppa.
Con affetto, si intende,
Bubo bubo


Gli anni...


Io: Oh! Guarda google!
MarshMellow: cosa c'è? o.O
Io: www.google.it (clicca qui)
MM: Uao!
Io: ci si può giocare! :D
MM: ma che è? pacman??
Io: sì, compie 30 anni.
Io: (IO C'ERO!!!)
Io: ...
Io: (non credo ci sia motivo di vantarsene... o.O)
MM: ... (rido)

mercoledì 19 maggio 2010

Il lunario

Forse perché ieri sono andato a letto presto, fatto sta che stamattina alle 6:00 ero sveglio già da un po'.
Mi sono alzato cercando di non svegliare MarshMellow e ho cercato qualcosa da fare.
Ho guardato l'X-Box, ma giocarci seduto scomodamente sulla sedia anziché comodamente stravaccato sul divano non mi ispira (a proposito, Signor Aiazzone: quando caxxo mi arriva il divano?).
Ho guardato l'asse da stiro e lo stendipanni pieno di roba, ma come faccio a stirare senza musica a tutto volume?
Quindi sono andato in balcone, ho preso il concime liquido, ho preparato 5 litri di composto concimante e ho innaffiato tutte le piante del balcone (il mio balcone è circa un metro per due, ma ha un quantitativo di piante e fiori da far invidia al Parco Giardino Sigurtà).
Tutto soddisfatto, sono quindi tornato a letto e mi sono addormentato, per venire svegliato un'ora dopo da tuoni, fulmini, saette e scrosci d'acqua sulle finestre (e sulle piante appena innaffiate).

Il preambolo per ricordare a tutti voi che, nonostante il lunario dica che è primavera da quasi due mesi, Qualcuno (con la Q maiuscola), il Meteorologo Supremo, deve essersene scordato.

Sarà colpa, dice qualcuno, del cambiamento climatico e dell'inquinamento.
Sarà colpa, dice qualcuno, delle ceneri del vulcano Glkfhsfhgllwujllurhjllthulla. (A proposito del vulcano: splendida questa immagine).
Sarà colpa, dice qualcuno, del fatto che devo lavare l'automobile da sei mesi.
Sarà colpa, dice qualcuno, del fatto che ho tirato fuori la moto ad inizio aprile.

Ma anche questo periodo passerà. Come diceva quel tale:
"Non può piovere per sempre". (Noè, 3.800 a.C.)

Stamattina, in ogni caso, sono venuto in ufficio a piedi. (Già, ho la fortuna di abitare a un chilometro dall'ufficio e, quando piove, preferisco zampettare in mezzo alle pozzanghere, facendomi schizzare da autobus bastardi e zoccole sui SUV, piuttosto che annegare in bicicletta o in moto)
Stamattina, dicevo, sono venuto in ufficio a piedi.
Ero lì, fermo al semaforo, con le scarpe piene d'acqua e riflettevo tra me e me di quanto erano più intelligenti i nostri nonni e i nostri antenati, che se ne fregavano della moda o anzi adattavano la moda alle esigenze, rendendo le ghette un elegante accessorio d'abbigliamento, e pensavo che prima o poi smetterà di piovere - governo ladro!, quando mi sento chiedere da una vocina stridula:
"Scusi, ha mica visto passare un'aquila reale?"
"Nemmeno due coccodrilli?", chiede un'altra vocina implorante.
"No", rispondo io.
"Ecco, vedi? Ci siamo persi!" dice il primo al secondo.
E così, fermo al semaforo, osservo i due liocorni allontanarsi in mezzo al traffico.