martedì 24 marzo 2009

Meccanici

Ci sono due categorie di meccanici:
  • i meccanici robotici
  • i meccanici tradizionali (più semplicemente, i meccanici)
I meccanici robotici sono quelli che hanno un’officina che sembra una sala operatoria: tutto è sterile, lindo, perfettamente ordinato. Le chiavi sono tutte al loro posto, nello scaffale, in ordine di numero; le brugole sono correttamente allineate; l’avvitatore è sempre a portata di mano; i cacciaviti sono catalogati come libri; prima di entrare in macchina, il meccanico, vestito con un camice immacolato, ricopre i sedili, il volante ed il cambio per non lasciare il minimo segno del suo passaggio (niente capelli, peli o impronte digitali che i RIS potrebbero rilevare).
Lavorano solo su appuntamento e sono più precisi di un orologio svizzero: “Porti l’automobile fra 71 giorni da oggi, alle ore 8:23 e la venga a riprendere alle ore 16:12. Tenga questo foglietto e lo presenti al momento del ritiro. Senza foglietto, l’automobile sarà demolita.”
Questi meccanici, che operano come officine autorizzate presso i vari concessionari, sono sempre stati un sogno per i proprietari di un mezzo a motore, ma hanno una controindicazione: hanno un costo improponibile. Poiché sono persone ragionevoli, molto spesso, al momento del pagamento, propongono un’alternativa: così, molta gente preferisce comprare un’automobile nuova, piuttosto che pagare il conto del meccanico. Negli ultimi mesi, a fianco di alcune officine autorizzate BMW, sono sorte cliniche per l’espianto degli organi.
E’ bene specificare che questa tipologia di meccanici è presente solo nel settore automobilistico: per le moto non c’è nulla del genere.

Per le moto, c’è semplicemente il meccanico. L’officina da moto è un coacervo di pezzi di motore, lamiera, plastica che una volta erano motociclette e in futuro, forse, ritorneranno ad esser tali.
Quando entri dal meccanico da moto, non vedi nessuno. Spesso credi di essere solo: ti guardi intorno, poi cominci a scavalcare una sella, un serbatoio, una forcella e ti aggiri per l’officina alla ricerca di qualcuno, finché non senti una bestemmia provenire da sotto una moto, e allora noti due piedi che si agitano.
Alla quarta bestemmia, cominci a tossire per attirare l’attenzione, ma ancora il meccanico non ti considera minimamente. Sei certo che i suoi occhi si siano posati su di te e che abbiano concluso che, sì, sei un potenziale cliente ma 1) se sei dal meccanico, hai bisogno di lui (un motociclista va dal meccanico solo quando non ne può più fare a meno) quindi aspetterai i suoi comodi e 2) sei meno interessante del carburatore col quale sta litigando.
Sussurri un paio di volte: “Scusi”, ma una bestemmia ti spezza ogni volta la parola a metà, finché vieni salvato dall’evento inatteso.
La porta dell’officina si apre, entra un altro motociclista (o, a volte, un ex motociclista che vuol solo fare due chiacchiere) che chiama vociando il meccanico. “Oh Omar / Angelo / Ciccio / Ganna / Turbo (i meccanici da moto spesso hanno solo soprannomi e niente nomi), puoi darmi un’occhiata alla moto?”, ed ecco che il meccanico si alza, saluta il nuovo entrato, poi ti fissa, come se tu fossi un grosso scarafaggio che cammina sul muro (cosa tutt’altro che inusuale, in un’officina per moto) e infine ti chiede: “E tu?”
Puoi avere 16, 35 o 60 anni, ma il meccanico di moto ti darà solo ed esclusivamente del tu. Il lei è un orpello inutile, come il freno posteriore o il limitatore di velocità o le strozzature per far andare piano i cinquantini. E il meccanico da moto, può avere 16, 35 o 60 anni, ma risponde solo se gli dai del tu.

Esempio 1
Io: Mi scusi, ha potuto guardare il problema della mia moto?
Lui:
Io: Mi scusi, ha potuto guardare il problema della mia moto?
Lui:
Io: EHM! MI SCUSI!!!
Lui: Ma con chi cazzo stai parlando?

Esempio 2
Io: Oh senti, hai guardato che cos’ha la mia moto?
Lui: Sì, certo, ma non ne ho la minima idea.

Bene, quando il meccanico finalmente ti presta attenzione, lo scruti: è talmente lercio da essere in grado di inzaccherarti di morchia con il solo sguardo. Appoggia una mano sporca di grasso sull’acceleratore e l’altra sulla sella, dopo averla spalmata sul serbatoio, lasciando unte ditate ovunque.
Gli spieghi brevemente i sintomi della tua moto (sì, la moto ha i sintomi, la moto è malata, la moto non è un mezzo: è una persona) e lui annuisce, serio e pensieroso. Già. Mh mh. Capisco. Sono le uniche parole che gli escono.
Poi azzardi una diagnosi. “Potrebbe essere il carburatore”, dite. Se ti va bene, ti guarda con aria di compatimento prima di rispondere: “Non può essere il carburatore: la tua moto non ce l’ha, il carburatore”. Solitamente, invece, scoppia a ridere, poi ti appoggia una mano sulla spalla (una mano sporca di grasso e morchia), scuote la testa e ti dice: “Lascia perdere.”
Poi, il dialogo è sempre quello:

Io: Quando te la porto?
Lui: Lasciala qui.
Io:; Se vuoi te la porto quando hai tempo.
Lui: Lasciala qui.
Io:; Quando è pronta?
Lui: Prova stasera.

Se non hai mai avuto una moto, o non hai precedenti esperienze con un meccanico da moto, questa risposta sarà un sollievo. Altrimenti, sai benissimo che la parola stasera non ha, per un meccanico, alcun significato temporale definito. E la parola prova ti ha già procurato un brivido lungo la schiena.
Un meccanico di moto accumula dozzine di motocicli da riparare nella sua officina, ben sapendo di non riuscire a mettere le mani nemmeno su uno di questi.

Io:; La moto è pronta?
Lui: No, prova domani.
Io: E’ da una settimana che mi dici ‘prova domani’!
Lui: Che fretta hai? Piove e fa freddo, non è il tempo adatto per usare la moto.
Io:; Ma a me serve! Ci vado a lavorare!
Lui: Bravo, così ti viene la cervicale…
Io:; Non è cervicale: è vertigine parossistica posizionale.
Lui: Sicuro non sia un tumore al cervello?



Morale della storia: 10 giorni fa il meccanico è venuto a prendere la mia moto, o meglio quell’essere rantolante che giaceva nel mio garage, senza volerne sapere di accendersi.
Dopo vari tentativi (E’ pronta? No, devo andare a prendere le candele. No, pioveva e non avevo voglia di andare a prendere le candele. No, sì, le candele sono andate a prenderele ma devo andare a prendere le pastiglie.) ieri mi suona il cellulare e il meccanico mi annuncia:

Lui: La moto è pronta, puoi venire a prenderla anche stasera.

Sono rimasto senza parole.
Già l’annuncio che la mia moto è pronta dopo SOLI 10 giorni mi ha lasciato di stucco, ma che il meccanico mi abbia telefonato per annunciarmelo era, per me, qualcosa di inconcepibile.
Stamattina, quindi, mi sono alzato 40 minuti prima del solito (sigh), mi sono fatto lasciare dal meccanico in attesa che arrivasse ad aprire l’officina.
Arriva. Apre.
Sparisce, ritorna dopo dieci minuti.

Lui: Ehm non so come dirtelo… ieri sera non l’ho provata, mi sono accorto adesso che l’anteriore è bloccato. Prova a passare stasera.

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