lunedì 23 marzo 2009

Da grande

Stavo cercando di svuotare il garage di mia nonna quando mi è caduto l’occhio su uno scatolone: conteneva quaderni, compiti, disegni di quando ero piccolo, delle elementari e delle medie.
Ed è così che mi è capitato in mano un compito di prima media:

Cosa vuoi fare da grande

Proprio non ricordo se un titolo del genere, a 11 anni, mi aveva trasmesso ansia (se me lo chiedessero adesso, sarei pieno di ansia - perché sì, non ho ancora deciso cosa fare da grande, ed il tempo stringe, cavolo!).
Quindi gli ho dato una rapida occhiata, e ho sorriso della mia ingenuità dell’epoca (mica come adesso, che a undici anni sono più svegli di noi adulti! piccole bestie perfide, con quei loro falsi occhioni innocenti). Nell’indecisione, avevo scritto:

Io, da grande, voglio fare l’astronauta e andare sulla luna. Voglio anche fare il calciatore e giocare nella Juve.

E già mi immagino questo benedetto calciatore sulla luna, con la sua bella tuta da astronauta a righe bianconere, calciare il pallone con violenza.
Il pallone vince la debole forza di gravità della luna e si perde nello spazio, procedendo con velocità costante ai 120 kmh, in linea retta, in direzione Marte.
A questo punto, possono accadere due cose:
  1. Tra 625.000 anni, il pallone raggiunge Marte; poco dopo ci giunge un messaggio dal Pianeta rosso: “Deviata in corner dal portiere. Venite a battere il calcio d’angolo”
  2. Tra 312.500 anni la palla colpisce un’astronave, proveniente da Alpha Centauri e diretta su Marte per un campo scout spaziale, facendola esplodere in una palla di fuoco. Questo da il via alla prima guerra spaziale della storia dell’umanità.
Ma non volevo focalizzare la mia attenzione sul fatto che, grazie a quel tema, quel confuso ragazzino undicenne, il cui unico scopo era far felice la prof di italiano, verrà ricordato dai posteri come lo scopritore della vita su Marte, oppure come la causa della prima guerra spaziale della storia dell’umanità.
No.
Quello che mi aveva colpito è che, di tutte le cose che avevo scritto di voler fare, nessuna si è avverata.

Quindi, ho preso una decisione matura: sto decidendo cosa voglio fare da grande. Mi sono deciso a compilare una prima, semplice, snella versione di una lista di cose da fare e da non fare (che, eventualmente, integrerò man mano).

Cose da fare:
  • Laurearmi. Possibilmente prima che lo facciano i miei figli. O almeno prima che lo faccia la più piccola.
  • Cercare una qualche disciplina orientale che mi aiuti a raggiungere la serenità e senso di appagamento per le cose che ho. Il Buddismo, la filosofia Zen sembrerebbero le scelte giuste, ma richiedono troppo impegno ed io sono un incostante. In effetti, sono molto attratto dal Tantrismo, credo anche che potrei metterci l’impegno necessario per raggiungere un soddisfacente livello di pratica, ma mi manca la “materia prima”, ovvero il partner con cui attuare i rituali per cui è diventato famoso. Quindi, Buddhismo, Zen e Tantra sono scartati. Mi dedicherò al Mahjong.
Cose da non fare:
  • Sposarmi. Non di nuovo! Errare è umano, perseverare è da coglioni. Nelle mie condizioni, comunque, non corro alcun rischio.
  • Cadere in moto. Basta, ho già dato. E poi vorrei riparare quella benedetta fiancata, mi scoccerebbe uscire dal carrozzaio con la carena nuova fiammante e capottarmi con un triplo carpiato, per quanto esteticamente ben riuscito.
  • Parlare di politica con chi la pensa diversamente da me. Chi non la pensa come me, non è obbligatoriamente un idiota: semplicemente, sta sbagliando.

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