giovedì 2 settembre 2010

Ricordati di santificare le feste, pt. 2

Dopo l'ultima disavventura (che dio ti maledica e t'inculi), ho telefonato al meccanico (non quello di cui avevo già parlato, uno molto più pittoresco, ma la categoria è sempre quella).

Io: G., sono il baroz.
G.: Eh. Sa vôt? (cosa vuoi?)
Io: Quanto costa lo specchietto?
G.:: Et bêle finî col cul per têra n'etra volta? (sei già finito col culo per terra di nuovo?)
Io: No G., mi hanno tirato giù la moto in parcheggio.
G.: @#§%# (bestemmia contenente un paio di animali e una professione di vecchia data)
Io: Però mi hanno lasciato il biglietto attaccato al cruscotto con un numero di telefono.
G.: Va là, t'è anc stê fortunê. (sei anche stato fortunato)
Io: ... a quel numero non risponde mai nessuno.
G.: I t'an ciavê. I t'an tolt per al cul. (ti hanno fregato, ti hanno preso in giro)

Grazie G., senza di te non l'avrei mai capito...

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