mercoledì 19 maggio 2010

Il lunario

Forse perché ieri sono andato a letto presto, fatto sta che stamattina alle 6:00 ero sveglio già da un po'.
Mi sono alzato cercando di non svegliare MarshMellow e ho cercato qualcosa da fare.
Ho guardato l'X-Box, ma giocarci seduto scomodamente sulla sedia anziché comodamente stravaccato sul divano non mi ispira (a proposito, Signor Aiazzone: quando caxxo mi arriva il divano?).
Ho guardato l'asse da stiro e lo stendipanni pieno di roba, ma come faccio a stirare senza musica a tutto volume?
Quindi sono andato in balcone, ho preso il concime liquido, ho preparato 5 litri di composto concimante e ho innaffiato tutte le piante del balcone (il mio balcone è circa un metro per due, ma ha un quantitativo di piante e fiori da far invidia al Parco Giardino Sigurtà).
Tutto soddisfatto, sono quindi tornato a letto e mi sono addormentato, per venire svegliato un'ora dopo da tuoni, fulmini, saette e scrosci d'acqua sulle finestre (e sulle piante appena innaffiate).

Il preambolo per ricordare a tutti voi che, nonostante il lunario dica che è primavera da quasi due mesi, Qualcuno (con la Q maiuscola), il Meteorologo Supremo, deve essersene scordato.

Sarà colpa, dice qualcuno, del cambiamento climatico e dell'inquinamento.
Sarà colpa, dice qualcuno, delle ceneri del vulcano Glkfhsfhgllwujllurhjllthulla. (A proposito del vulcano: splendida questa immagine).
Sarà colpa, dice qualcuno, del fatto che devo lavare l'automobile da sei mesi.
Sarà colpa, dice qualcuno, del fatto che ho tirato fuori la moto ad inizio aprile.

Ma anche questo periodo passerà. Come diceva quel tale:
"Non può piovere per sempre". (Noè, 3.800 a.C.)

Stamattina, in ogni caso, sono venuto in ufficio a piedi. (Già, ho la fortuna di abitare a un chilometro dall'ufficio e, quando piove, preferisco zampettare in mezzo alle pozzanghere, facendomi schizzare da autobus bastardi e zoccole sui SUV, piuttosto che annegare in bicicletta o in moto)
Stamattina, dicevo, sono venuto in ufficio a piedi.
Ero lì, fermo al semaforo, con le scarpe piene d'acqua e riflettevo tra me e me di quanto erano più intelligenti i nostri nonni e i nostri antenati, che se ne fregavano della moda o anzi adattavano la moda alle esigenze, rendendo le ghette un elegante accessorio d'abbigliamento, e pensavo che prima o poi smetterà di piovere - governo ladro!, quando mi sento chiedere da una vocina stridula:
"Scusi, ha mica visto passare un'aquila reale?"
"Nemmeno due coccodrilli?", chiede un'altra vocina implorante.
"No", rispondo io.
"Ecco, vedi? Ci siamo persi!" dice il primo al secondo.
E così, fermo al semaforo, osservo i due liocorni allontanarsi in mezzo al traffico.

Nessun commento:

Posta un commento

Se proprio senti l'impellente necessità di scrivere qualcosa, puoi farlo qui.