mercoledì 28 ottobre 2009

Home Sweet Home, pt. 4 - Soundtrack



Tonight, tonight
I'm on my way
Just set me free
Home Sweet Home


Sto finendo di montare i mobili dell'IKEA. Sta andando tutto dannatamente bene. TROPPO bene. Ci sono anche delle viti in più, dei chiodi di scorta, insomma, ci deve essere una fregatura, da qualche parte.

E allora, poiché ho voglia di perdere un po' di tempo, faccio due chiacchiere, così, parlando del più e del meno.

Volevo fare un post avente come titolo una canzone di Venditti: "Piero e Cinzia". Mi sono stancato a metà. È un peccato, perché sarebbe stato dannatamente divertente, si sarebbe parlato non solo di Marrazzo e trans, ma anche di Berlusconi ed escort e di come sia indecente che queste persone che ci dovrebbero rappresentare se ne vadano impunemente a scopare pagando con soldi nostri. Specialmente perché questo ha portato ad un insopportabile aumento dei prezzi. Si chiama "turbativa del mercato".

Tutti ne parlano bene. È l'evento letterario del nuovo millennio. Uno straordinario caso editoriale. Per tutti questi motivi, l'ho comprato. Parlo di "Uomini che odiano le donne". (Lo ammetto, il titolo ha colpito fortemente la mia misoginia). Il primo libro della trilogia di Millennium. Vi hanno pure tratto un film.
Non solo l'ho comprato: l'ho anche letto.
Mi aspettavo di più. Non è male, ad essere sinceri. Ma trasmette davvero poche emozioni. È freddo come Hedestad, ove si svolge parte della storia. L'autore non ci mette nulla di suo, lascia che siano i fatti e i personaggi a parlare. Buona cosa, se siete Hemingway. Ma Larsson non è Hemingway.
Perché scrivo in questo modo? Perché, invece, mi piace lo stile di scrittura di Larsson. Secco. Preciso. Conciso. Soggetto, predicato verbale o nominale, qualche aggettivo ogni tanto. Tipo Hemingway. Ma Larsson non è Hemingway. Io nemmeno. E non sono nemmeno Larsson.
Quindi, mi spiace, ma vi tornerete a sorbire delle frasi lunghissime, piene zeppe di collegamenti tra le diverse parti del testo, rimandi, richiami, errori, parentesi, perifrasi, enfiteusi, samanettati, aperitaviti.

Ho visto quello che viene considerato il capolavoro di Polanski: Il Pianista. Già vincitore di 3 Oscar, 1 Palma d'oro, 7 César, 1 David di Donatello, 2 Bafta, 1 European Film Awards. Il capolavoro di Polanski. Che gli americani lo incarcerino pure: questo "capolavoro" non può essere che un'aggravante. Togliete uno straordinario Adrien Brody e che rimane? Una buona (ottima) storia su un ebreo durante la seconda guerra mondiale. Ma di storie interessanti, di ebrei vittime della Shoah, ce ne sono a migliaia, se non a milioni. Quindi, caro Roman, grazie per Rosemary's Babe, mi spiace sinceramente per quello che hai passato per colpa di Charles Manson, ma ecco, quella ragazzina tredicenne, drogata, violentata, sodomizzata, è più importante di cento altri (presunti) capolavori che potresti realizzare.

Un'amica che legge questo blog mi ha detto che i miei post sono lunghi.
Ha ragione.
Di solito, evito come la peste i blog con degli interventi tanto lunghi, quindi la chiudo qui.
Buon mercoledì!

P.S. Home Sweet Home dei Crue è stata, per molti anni, una delle mie canzoni preferite. Lo è ancora.

Nessun commento:

Posta un commento

Se proprio senti l'impellente necessità di scrivere qualcosa, puoi farlo qui.